Il Consiglio dei ministri ha dato implicitamente l’ok alla stabilizzazione dei precari degli enti locali in Sicilia: l’operazione, nata dal vertice di dicembre fra la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e il collega alla Salute Davide Faraone, potrebbe diventare operativa: il termine per impugnare la legge, infatti, era fissato al 28 febbraio, e quella di ieri pomeriggio era l’ultima occasione utile per un’impugnativa romana. Per Faraone «è un risultato importante perché ci permette di chiudere con la stagione delle clientele e dei ricatti e di aprire una nuova stagione dei diritti. Nell’arco di due anni si potrà procedere alla stabilizzazione di tutti i lavoratori precari siciliani, lasciandoci alle spalle questa triste pagina di amministrazione dell’Isola. Adesso la Regione faccia la sua parte». Ma l’assessore all’Economia Alessandro Baccei e la collega degli Enti locali, Luisa Lantieri, mettono le mani avanti: «Non vogliamo illudere nessuno, procediamo con passi certi e attendiamo adesso chiarimenti da Roma sui decreti Madia per vedere come avviare le stabilizzazioni e se dobbiamo adeguarci ad alcune norme inserite in questi decreti».
Immediata la replica del senatore Domenico Scilipoti Isgrò di Forza Italia: “Ci dicano come e se sono stanziati i fondi per coprire la stabilizzazione dei 20 mila precari siciliani, ci dicano con quale norma e con quale criterio. Finora abbiamo visto solo una bagarre a chi la spara più grossa tra annunci e slogan ma quelle famiglie aspettano ancora da vent’anni di veder riconosciuti i propri diritti lavorativi che gli sono stati negati. L’ok alla stabilizzazione dei precari dato dal Consiglio dei Ministri era stato annunciato dalla Boschi, oggi da Faraone, domani forse dallo stesso Crocetta. A queste famiglie però servono i fatti e non le promesse elettorali. Quelli del Pd stanno provando in tutti i modi a rifarsi una verginità politica ma la parentesi di Crocetta è durata fin troppo e ha lasciato solo macerie ai siciliani.”